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MIOCARDIOPATIA RESTRITTIVA

La miocardiopatia restrittiva (MCR) è una rara malattia del miocardio caratterizzata da alterata compliance ventricolare, con rigidità patologica delle pareti cardiache che limita il riempimento diastolico. A differenza della miocardiopatia dilatativa o della miocardiopatia ipertrofica, i ventricoli presentano spessori normali o solo lievemente aumentati, ma mostrano una grave compromissione della loro capacità di distendersi, con conseguente aumento delle pressioni di riempimento e progressione verso l’insufficienza cardiaca.


Le principali alterazioni fisiopatologiche della MCR riguardano la perdita dell’elasticità miocardica e l’incremento della rigidità del tessuto cardiaco, spesso causati da infiltrazione di sostanze patologiche (come amiloide o ferro) o da fibrosi miocardica progressiva. Questi cambiamenti determinano un deficit di riempimento diastolico, con conseguente incremento delle pressioni atriali e sintomi di insufficienza cardiaca congestizia, prevalentemente a componente destra.


Epidemiologia

La miocardiopatia restrittiva è la meno comune tra le miocardiopatie primarie, con una prevalenza stimata inferiore a 1 caso ogni 100.000 individui. Tuttavia, la sua reale incidenza potrebbe essere sottostimata a causa della difficoltà diagnostica e della variabilità clinica con cui si manifesta.

Colpisce prevalentemente adulti tra i 40 e i 60 anni, ma può essere diagnosticata anche in età pediatrica, specialmente nelle forme genetiche o nei casi di amiloidosi ereditaria.


Le cause possono essere primitive (idiopatiche o genetiche) o secondarie, derivanti da patologie infiltrative o fibrotiche, come:


Nei paesi occidentali, la causa più frequente è l’amiloidosi cardiaca, mentre nelle regioni tropicali la fibrosi endomiocardica rappresenta la forma predominante di miocardiopatia restrittiva.


Fisiopatologia

La miocardiopatia restrittiva è caratterizzata da una alterata funzione diastolica con ridotta capacità di riempimento ventricolare. A livello fisiopatologico, il cuore diventa progressivamente più rigido a causa di processi infiltrativi o fibrotici, che limitano l’espansione delle camere ventricolari in diastole.


I principali meccanismi fisiopatologici includono:


A differenza delle altre forme di insufficienza cardiaca, la MCR si caratterizza per una frazione di eiezione preservata o solo lievemente ridotta, ma con marcata congestione venosa sistemica e sintomi di scompenso cardiaco destro.
Nei pazienti con amiloidosi avanzata, l’infiltrazione proteica può coinvolgere anche il sistema di conduzione, predisponendo a aritmie e blocchi atrioventricolari.


Con il tempo, la progressione della malattia porta a una riduzione della gittata cardiaca, che può risultare in ipotensione, sincope e grave compromissione funzionale. Nei casi terminali, la MCR può evolvere verso una insufficienza cardiaca refrattaria con necessità di supporto avanzato, come dispositivi di assistenza ventricolare o trapianto cardiaco.


Clinica

La presentazione clinica della miocardiopatia restrittiva (MCR) varia in base all’eziologia e allo stadio della malattia.
Nelle fasi iniziali, i sintomi possono essere lievi o assenti, mentre con la progressione della rigidità ventricolare si sviluppano segni di insufficienza cardiaca destra e bassa gittata cardiaca.

Segni e sintomi principali


A differenza della miocardiopatia dilatativa, in cui è predominante la disfunzione sistolica, nella MCR il cuore mantiene una frazione di eiezione relativamente conservata, ma la compromissione diastolica porta a un ridotto volume di riempimento e a sintomi di congestione sistemica.

Esame obiettivo

All'esame obiettivo, i segni più comuni della MCR includono:


In molti pazienti, la MCR può essere confusa con la pericardite costrittiva, una condizione che condivide molte caratteristiche emodinamiche simili. Per questo motivo, la distinzione tra le due patologie è fondamentale ai fini del trattamento.


Diagnosi

La diagnosi di miocardiopatia restrittiva si basa su un insieme di esami strumentali finalizzati a evidenziare la disfunzione diastolica, la dilatazione atriale e a identificare eventuali cause sottostanti, come l’amiloidosi o l’emocromatosi.

Esami diagnostici

Diagnosi differenziale

È essenziale distinguere la MCR da altre condizioni con sintomatologia simile, tra cui:


Terapia

Il trattamento della miocardiopatia restrittiva mira a controllare i sintomi e gestire le complicanze, poiché nella maggior parte dei casi non esiste una terapia specifica risolutiva. L’approccio terapeutico dipende dalla causa sottostante.

Gestione farmacologica

Nei pazienti con amiloidosi cardiaca, il trattamento specifico prevede l’uso di farmaci come il tafamidis, che stabilizza la transtiretina e rallenta la progressione della malattia. Nell’emocromatosi, la flebotomia e i chelanti del ferro possono migliorare la funzione miocardica.

Opzioni avanzate


Prognosi

La prognosi della miocardiopatia restrittiva dipende dall’eziologia e dalla rapidità di progressione della malattia. I pazienti con forme infiltrative, come l’amiloidosi avanzata, hanno una sopravvivenza media inferiore ai 5 anni, mentre le forme meno aggressive possono consentire una buona qualità di vita con adeguato supporto terapeutico.

Complicanze principali


Un’identificazione precoce e una gestione multidisciplinare possono migliorare la prognosi e la qualità di vita dei pazienti con MCR.


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